articolo Tempo libero Girovagando
San Vito Romano: grazioso paesino nel cuore del Lazio freccemartedė 25 marzo 2014

San Vito Romano è ubicato nell'area dei Monti Prenestini a 50 km da Roma. Confina con Olevano Romano, Pisoniano, Genazzono, Bellegra e Capranica Prenestina. Il paese è ubicato a 650 metri di altezza. Nell'antichita' la zona era abitata dalla popolazione italica degli Equi che dimoravano lungo la valle dell'Aniene. Conquistata dai romani fu probabilmente un oppidum, cioè un avamposto militare che serviva a proteggere Roma dalle mire espansionistiche dei vari regni vicini, tra cui gli etruschi della Tuscia. Nel VI sec. d.C., con la discesa dei longobardi nella Penisola, il territorio fu strappato da quest'ultimi ai bizantini, che non erano piu' in grado di proteggere l'intero territorio italico.

Fino all'avvicinarsi dell'anno mille, nonostante la cacciata dei bizantini, la situazione a livello militare fu relativamente tranquilla, i cittadini potevano infatti dedicarsi alle proprie attività senza preoccuparsi della rete difensiva. In questo periodo si svilupparono gli edifici e le abitazioni più antiche del Paese. A capo del Paese c'era un consiglio di anziani scelti tra le persone più importanti e sagge del comune. Nell'anno 1084 finì però l'autogoverno del piccolo comune che fu sottomesso ed inglobato nei territori del Signore di Paliano che divenne monaco benedettino.

Nel IX sec d.C. il territorio fu attaccato e distrutto dai Saraceni che invasero l’entroterra laziale. Coloro che fuggirono si rifugiarono sul monte dove oggi sorge San Vito, sfruttando come rifugio le cavità naturali presenti nell’area. Qui gli abitanti ricostruirono il centro abitato che ruotava intorno ad una fortezza che era stata costruita in epoca romana sulla sommità della rupe. Il nome San Vito fu dato al comune dai monaci stessi che vi portarono le spoglie di un giovane cristiano di nome Vito che fu messo a morte dall'imperatore Diocleziano a causa della sua fede.
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Christian  Vannozzi - vedi tutti gli articoli di Christian  Vannozzi



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Fino all'avvicinarsi dell'anno mille, nonostante la cacciata dei bizantini, la situazione a livello militare fu relativamente tranquilla, i cittadini potevano infatti dedicarsi alle proprie attività senza preoccuparsi della rete difensiva. In questo periodo si svilupparono gli edifici e le abitazioni più antiche del Paese. A capo del Paese c'era un consiglio di anziani scelti tra le persone più importanti e sagge del comune. Nell'anno 1084 finì però l'autogoverno del piccolo comune che fu sottomesso ed inglobato nei territori del Signore di Paliano che divenne monaco benedettino.

Nel IX sec d.C. il territorio fu attaccato e distrutto dai Saraceni che invasero l’entroterra laziale. Coloro che fuggirono si rifugiarono sul monte dove oggi sorge San Vito, sfruttando come rifugio le cavità naturali presenti nell’area. Qui gli abitanti ricostruirono il centro abitato che ruotava intorno ad una fortezza che era stata costruita in epoca romana sulla sommità della rupe. Il nome San Vito fu dato al comune dai monaci stessi che vi portarono le spoglie di un giovane cristiano di nome Vito che fu messo a morte dall'imperatore Diocleziano a causa della sua fede.
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